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Sciopero commercialisti – Annullato da Rappresentanti indegni

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Dalla base dei 117mila commercialisti sparsi in tutta Italia parte la protesta contro il ritiro dello sciopero dei commercialisti da parte del Presidente dell’Ordine dei Commercialisti Massimo Miani e dei rappresentanti delle sigle sindacali che hanno annullato lo sciopero dei commercialisti indetto dal 26 febbraio 2017 all’8 marzo 2017, senza alcun motivo valido, di cui si chiede lumi, per protestare e prorogare la dichiarazione iva in forma unificata per il primo anno anticipata al 28 febbraio 2017 e sganciata dalla dichiarazione dei redditi da elaborare entro il 30 giugno 2017.

Lo sciopero dei commercialisti, concesso dal Garante degli scioperi, doveva esprimere il dissenso non solo per la necessaria proroga della trasmissione telematica della dichiarazione IVA, ma anche l’ingorgo di altre norme poste in essere in maniera assurda ed abnorme a partire dall’anno 2017.

Non solo, lo sciopero dei commercialisti (il primo della nostra storia) era lo sfogo di anni di soprusi normativi, che hanno portato i commercialisti ad essere schiavi delle comunicazioni telematiche più che esercitare il proprio lavoro di consulenza ad aziende e professionisti.

I rappresentanti delle sigle sindacali e il presidente hanno ritirato lo sciopero dei commercialisti si sono detti soddisfatti dalla proroga dello spesometro,  Dall’annullamento della comunicazione dei beni in godimento ai soci ma nulla si è detto in merito alla necessaria e urgente proroga della dichiarazione Iva. Oltretutto  È stato reinserito dopo la soppressione avvenuta con la legge di stabilità il modello Intrastat acquisti intracomunitari. Troppo poco rispetto  alle richieste di tutela della base dei commercialisti che chiedevano insieme alla proroga della dichiarazione Iva (e per questo indetto lo sciopero) una riduzione degli adempimenti telematici a carico dei  commercialisti che dal 2001 ha visto prima la presentazione telematica della dichiarazione dei redditi poi via via una serie di sentimenti telematici fino al 2007 quando è stato introdotto l’obbligo di spedizione telematica  Dell’F 24 per tutti i titolari di partita Iva. Da quel momento le banche si sono svuotate e i commercialisti hanno dovuto adempiere al pagamento per conto dei clienti dell’F 24 tramite il servizio entratel. Da quest’anno oltre a ad ogni comunicazione che deve essere presentata per via telematica sono stati introdotti altri quattro spedizioni che riguardano le liquidazioni Iva 2017 oltre a due spesometri annuali  invece di uno come l’anno scorso. Dal 1 gennaio 2017 inoltre è stato introdotto il regime di cassa per le imprese in contabilità semplificata ancora con grande confusione da parte  Dell’agenzia delle entrate che non ha spiegato come applicare la norma in riguardo alle rimanenze finali in quanto a quanto sembra dovranno essere registrate solo rimanenze iniziali di avere 17 e non le rimanenze finali causando perdite fiscali non riportabili nel 2018 E prevedendo invece utile altissimi dell’anno prossimo.

Si attendeva l’approvazione decreto milleproroghe in quanto era possibile correggere tale errore evidente per la tenuta del regime di cassa molto più onerosa per i consulenti  Che in qualche modo avranno più costi e da ribaltare ai clienti. Lo sciopero dei commercialisti era stato indetto anche e soprattutto per tutelare le piccole imprese già vessate da una pressione fiscale E contributiva terza nel mondo E prima dei paesi UE.

la protesta insomma che doveva concretizzarsi nello primo sciopero dei  commessa visti era anche voluta per difendere le piccole aziende. Se è vero che i commercialisti possono chiedere ai propri clienti i maggiori costi di tali nuove adempimenti non ritengono sia il momento adatto per aumentare costi di consulenza in un periodo nero per l’economia italiana.

Non dobbiamo dimenticare ancora la pessima idea per quanto riguarda l’introduzione del  730 precompilato che ha causato una serie notevole  di adempimenti telematici a carico di imprese e professionisti che demandano al commercialista per espletare tali obblighi. Per inciso tutto questo lavoro  di preparazione del sette 30 precompilato non conclude la possibilità di presentare la dichiarazione da parte del contribuente che dovrà comunque rivolgersi al proprio consulente per modifiche Al 7:30 precompilato. La base dei commercialisti ritiene che le norme fiscali debbano essere contenute in un testo unico annuale che abbia certezza del diritto e che questa confusione normativa sia  utile a aumentare i profitti delle case software e dei giornali specialistici che vendono corsi manuali e quant’altro hai con me sia visti che devono applicare norme impauriti da tanta incertezza.

Infine i commercialisti ritengono necessario capire che la loro attività sia diretta alla consulenza fiscale delle imprese e dei professionisti e non operatori per conto dell’agenzia delle entrate che caricano dichiarazioni e comunicazioni gratuitamente per conto dello Stato o ancora peggio ribaltandone i costi ai propri clienti.

Tutto questo è inaccettabile e tutti commercialisti che non sono dati dal potere politico rinnegano il comportamento del proprio ordine nazionale e delle sigle sindacali Che li rappresenta. Si ritiene che sia necessario un nuovo ente trasparente che possa colloquiare con il ministero delle finanze in maniera giusta e Rispettosa sia dello Stato sia dei professionisti commercialisti sia soprattutto delle imprese che devono essere aiutate nel produrre utili e non distrutte da incapaci legislatori.

Si chiede la riconferma dello sciopero dei commercialisti e la proroga della dichiarazione IVA al 31 marzo 2017.

Pino Merola commercialista in Sapricommercialisti, imprese, frinanziaria

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