Prende forma la manovra correttiva da 3,4 miliardi chiesta dalla Commissione Europea, pari allo 0,2 % del PIL per lo sforamento del deficit.

Il Ministero delle Finanze sta chiudendo il pacchetto di riforme che vanno ad essere incluse nella manovra aggiuntiva:

  • come la riforma della giustizia e del contenzioso tributario,
  • il potenziamento della lotta all’evasione fiscale,
  • la rottamazione delle liti fiscali e con la mediazione che sale a 50mila euro ora fissata per l’obbligo di reclamo a 20mila euro;
  • nuovo giro di vite su compensazioni tra crediti e debiti;
  • maggiore incisività sui pignoramenti;
  • ampliamento dello split payment anche per le forniture alle società controllate dallo stato al fine di arginare L’IVA che manca all’appello.

Con tali misure l’esecutivo tenta di recuperare almeno due dei 3,4 miliardi di euro occorrenti, e il resto arriveranno:

  • dall’aumento delle accise sui tabacchi;
  • dalla mini-stangata sui giochi (circa 800 milioni);
  • nuova stretta a riduzione della spesa pubblica;
  • privatizzazioni con intervento dalla Cassa depositi e prestiti CDP.

 

Sembra uscire dal pacchetto riforme. che comunque sarà discusso più ampiamente in occasione dell’approvazione del DEF:

  • La riforma del catasto che sembra essere stata congelata.

Risalto e via libera dal cdm alla rottamazione delle liti pendenti che come spiega il vice-ministro Luigi Casero non è un condono, in quanto non ci saranno sconti mirati,  ma reale rottamazione di contenziosi tributari su quanto già previsto per le rottamazioni delle cartelle di Equitalia.

La misura consiste nella possibilità di retrocedere dal contenzioso, riportando il discorso sull’atto (accertamento o ruolo) che ha originato la causa tributaria, con la possibilità per il contribuente di cessare la materia del contendere senza sanzioni e pagando esclusivamente l’imposta iniziale pretesa nell’atto prodromico al contenzioso (vedremo!)

Tra le intenzioni c’è anche quella di ridurre quindi il contenzioso tributario attraverso maggiori liti da dirimere in mediazione tributaria attraverso gli uffici legali dell’Agenzia delle Entrate.

L’istituto del reclamo-mediazione oggi è possibile per imposte al netto di sanzioni fino a 20mila euro, e con la previsione oggetto di valutazione di elevare fino a 50mila il valore delle cause ammesse alla mediazione per evitare la lite.

Per quanto riguarda la lotta all’evasione ci sarà come detto nuovo giro di vite sulle compensazioni tributarie, e maggiori esiti dai pignoramenti per chi è in debito con il fisco.

Per le compensazioni dovrebbe essere obbligatorio la contemporaneità tra visto di conformità e istanza di rimborso di crediti;

Per i pignoramenti, invece è allo studio la possibilità di espropriare i beni del debitore, attraverso il cumulo del valore di tutti gli immobili del contribuente fatta eccezione della prima casa,  ai fini del calcolo del limite di 120 mila euro a partire dal quale l’Amministrazione può iscrivere il pignoramento.

Dovrebbe rientrare nella manovra correttiva anche la possibilità di agevolare l’iper ammortamento a tutto il 2018 per la consegna materiale dei beni legati all’iper-ammortamento e del cosiddetto meccanismo acchiappa-fondi.

Infine dovrebbe arrivare lo sblocco della prima parte da un miliardo di euro del fondo triennale istituito per il terremoto  e il correttivo-pensioni sull’Ape sociale per i lavori «gravosi».

Per la stretta sui giochi, prima si era pensato a un gravame da 1,1 miliardi di euro, ma sembra che la previsione per i giochi sia scesa a 700-800 milioni di euro; la tassa sulla fortuna dal 6% di oggi fino a un massimo del 9% (100 milioni).

Inoltre il prelievo erariale unico sale di  un punto percentuale sulle new slot (Awp, 200 milioni) e di un altro 0,5% sulle Videolotteries (Vlt, 100 milioni). Sul tavolo anche l’anticipo della gara per la concessione del Gratta&Vinci in scadenza nel 2019 (400 milioni). Bocciata in partenza invece l’ipotesi di aumentare di 100 milioni la base d’asta per l’assegnazione del Superenalotto.

 In sintesi estrema prende forma la manovra correttiva, che cerca di non gravare sulle tasche delle persone meno abbienti, anche considerando la previsione del reddito di inclusione che dovrebbe giungere a chi ha perso il lavoro o non l’ho mai avuto.
 
Siamo però critici sull’estensione dello split payment anche alle società a partecipazione pubblica, soprattutto quando il fornitore  è una impresa che vanta un notevole credito IVA verso lo Stato, e ricevendo l’intero importo fattura avrebbe potuto recuperare parte del suo credito.
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