Standard & Poors oggi 9 luglio 2013  ha comunicato un nuovo declassamento del rating dell’Italia, a tripla B, con outook negativo, ancora due gradini e ci siamo … al livello “spazzatura”.

La tripla B arriva mentre l’esecutivo sta crollando per l’IMU e l’IVA e misure sterili.

Che si chiami PIL o prodotto interno lordo, o reddito complessivo italiano, o valore di tutto il nostro lavoro, la cosa importante che tale IMPORTO  è uguale a 10 anni fa.

  • MOTIVAZIONI della tripla B.

Mercato del Lavoro rigido ed economia bloccata.  Queste le note che accompagnano la comunicazione del declassamento. Per in non addetti ai lavori: il taglio del rating, tutela gli investitori dal rischio che l’Italia non possa restituire il “prestito” stipulato con la emissione dei titoli di Stato, in quanto con l’economia in caduta libera,  e le casse statali avranno meno introiti fiscali, (con meno reddito che sarebbe il PIL) che non gli permetteranno di onorare i propri debiti.

Chiaramente tutto questo si riflette, sugli interessi che l’investitore pretenderà da domani (spread) maggiori di quelli di oggi. Nessuno compra “azioni” di una società quasi fallita, a meno che il rendimento non sia tale (molto alto -spread) da essere lucroso. Ovviamente, l’investitore si tutela con un’assicurazione nel caso in cui l’azienda Italia non riesca effettivamente a ripagare i titoli acquistati sul mercato.

  • PIL

l’Agenzia di rating ha previsto una riduzione del PIL a – 1,9 % contro le previsioni di marzo a – 1,4%. Ciò significa che l’economia del nostro Paese è  in grande difficoltà, «ma in tutta onestà già lo si percepiva». Dopo 10 anni, dice Standard & Poor il PIL italiano è rimasto invariato – 0,04%.

Per i non addetti ai lavori vuole dire, che quello che produciamo,  tutti insieme come reddito oggi in Italia, è lo stesso valore di 10 anni fa.

Il Prodotto procapite per cittadino è 25.000 euro di media:  ai livelli di 6 anni, ossia del 2007.

  • DEBITO PUBBLICO

S&P ha previsto per fine anno un debito pubblico italiano al 129% del Pil, valore altissimo, tra i più alti.

Ciò vuol dire che quello che produciamo come redditi di tutto il Paese è molto minore dell’intero impegno debitorio che abbiamo, che costituiscono il famoso debito pubblico. Questo le motivazioni a tutela degli investitori che ci hanno declassato a tripla B.

  • REPLICA DEL TESORO

Da Fonti Ansa, il Ministero del Tesoro ha commentato che il downgrade è stato deciso su una visione retroattiva, non captando le nuove misure messe in atto dal Governo.

Fonte il sole 24 ore.

Quali siano le IMPORTANTI misure del Governo, non lo sappiamo, forse il solo congelamento dell’IVA o il solo congelamento dell’IMU, che si pagheranno sicuramente tra qualche mese ?

Onestamente non si può dire che l’Agenzia Standard & Poors, abbia preso una cantonata. Lo si vede tutti i giorni, che la crisi sta diventando sempre più sistemica, cronica, assoluta.

  • LE MISURE DELL’ESECUTIVO

Misure sterili, lente, palliative non ci condurranno da nessuna parte o meglio ci condurranno alla tripla C, come la Grecia.

Come ha detto Squinzi, Presidente di Confindustria, occorre il taglio del cuneo fiscale, e il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione.

  • COMMENTO RFW

Nel 2012 abbiamo avuto LA CRISI FINANZIARIA, e Monti ha dovuto arginare lo spread elevatissimo  (altrimenti avremmo dovuto rinnovare i debiti dell’Italia garantendo maggiori interessi)  e lì ci trovavamo in piena crisi dei mercati e finanziaria.

Con tale situazione per altri 3 o 4 mesi, con i maggiori interessi da pagare, l’Italia sarebbe fallita già nel 2012.

Quest’anno 2013, con le manovre che sono servite, per arginare questo rischio (di chi ci compra i titoli), e che abbiamo pagato noi popolo… di conseguenza è partita la recessione, per la maggiore pressione fiscale balzata dal 41,5 al 44% in un solo anno.

Mentre nel 2012 abbiamo avuto solo la crisi finanziaria, e nel primo semestre 2013 solo LA CRISI ECONOMICA – dovuta all’enorme pressione fiscale che non ha consentito ad imprese e cittadini di poter spendere soldi, aumentare la domanda e  far lavorare le fabbriche,

DA DOMANI LE AVREMO ENTRAMBE.

E l’esecutivo sonnecchia, si abbarbica sull’IMU,  da togliere o non togliere, sull’IVA se aumenta o non aumenta… Ma probabilmente adesso si inizia a ballare.

La soluzione è ridurre la pressione fiscale e i contributi sul lavoro: per farlo occorrono 50 miliardi. Si possono recuperare con il condono edilizio, fiscale e contributivo, ma l’Europa non vuole…

Ma il condono già lo facciamo però, tutti gli anni,  quando facciamo l’adeguamento agli studi di settore….cos’è se non un condono?

Da maggio 2011 quando Tremonti dichiarò che l’Italia non correva rischi di speculazioni finanziarie,  è un “fuggi fuggi” alle rassicurazioni dei vari componenti dell’esecutivo, ma molti, oggi forse intendono cosa significa non crescere, non avere la ripresa, lo spread, ed il fallimento di uno Paese splendido come il nostro.

Ognuno deve fare la sua parte, ogni cittadino, non si può più demandare all’esecutivo, questa è una guerra vera e propria.

E l’unica ancora che abbiamo è fare I CONDONI, per ridurre le tasse e contributi. UNICO APPELLO….

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