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Federalismo per salvare l’Italia

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Chi vi scrive, pur provenendo dal sud, ha sempre ritenuto che il federalismo fiscale e politico delle Regioni sia l’unica via per salvare Il Paese dal messicanismo del meridione. Salvini con il suo partito, nato dalle mani di Bossi per chiedere la secessione del nord produttivo dal resto dell’italia e poi Per il federalismo fiscale, entrambe bandiere del partito Lega nord ora solo lega, Non ha resistito Alla possibilità di diventare un partito nazionale per aumentare il numero dei consensi che oggi arrivano anche dal sud Italia.
Il successo che ha avuto non solo al Nord ma anche nel meridione e nel centro Italia È dovuto alle promesse Di ridurre l’immigrazione, di ridurre la tassazione e di ridurre i costi della politica. Con questi slogan anzi questi programmi ha potuto prendere voti in tutto il Paese.
Anche perché Salvini crede nel Paese e tiene a tutto il paese da nord a sud e si vede, al contrario degli altri governi e degli altri leader di partito che a parte le promesse e autoreferenze non hanno Saputo realizzare quanto previsto nei Propri programmi.
Credo che il nuovo governo (Salvini e di Maio) possa realizzare almeno il 30% del contratto firmato tra di loro. Sicuramente riusciranno a dimezzare gli stipendi dei parlamentari, sicuramente riusciranno a dare il reddito di cittadinanza, A ridurre la tassazione e A limitare gli sbarchi di clandestini.
Ma mancano ovviamente le coperture per tutti i punti del contratto, i soldi disponibili sono sempre quelli; il debito pubblico staziona o aumenta intorno ai 2300 miliardi di euro,  il deficit annuale è sempre negativo (spendiamo di più di quello che incassiamo) e non accenna a diminuire anche perché maggiore di quanto produciamo {PIL}.  Per questo motivo -durante la formazione del governo – Abbiamo avuto tante polemiche con L’unione
Europea. E se aumentano gli interessi sul debito dovuti allo spread  chiaramente nel bilancio bisogna mettere in conto anche l’aumento del costo degli interessi sul debito pubblico. Insomma le alternative non sono tante:  o si riesce a spendere di più perché il Pil aumenta o dobbiamo mettere in atto azione di rischio che ci porterebbero verso un declassamento del rating e un  aumento dello spread con riduzione del valore dei nostri titoli e quindi andremmo dritti  verso una insanabile Crisi economica peggio di quella del 2009.
Il fisco italiano è malato, ma  si può curare anche senza  riformarlo completamente. Il sistema fiscale italiano non può competere con le sfide europee perché sono circa 300  i miliardi annui  che mancano all’appello tra corruzione ed evasione; per cui è difficile recuperare a tassazione tali introiti illegali … più facile sarà far pagare in più chi già paga … ma non è questo il modo per recuperare produttività. In tale contesto credo che la via maestra da cui dobbiamo passare – in ogni modo – è il piano attraverso la programmazione delle autonomie regionali: le regioni devono avere un autonomo sistema di ricevimento delle imposte dirette da parte dei conterranei; mentre l’Iva e le imposte indirette vanno direttamente allo Stato centrale. in tal modo ogni regione,  anche le più bisognose come Calabria, Campania, Sicilia e Abruzzo prima dovranno essere aiutate a pensare in autonomia con un periodo transitorio visto che molte delle regioni del Sud hanno bisogno di continue rimesse dello Stato per sostenere i costi di SANITA’ E SCUOLA,  per poi varare il vero e proprio federalismo, ossia le imposte create nella regione restano nella regione per creare servizi ai propri cittadini.

Il Meridione non è mai riuscito ad essere autonomo e a non dipendere dal nord, per volere degli amministratori pubblici, che invece di creare cultura d’impresa fra i giovani per imparare un mestiere, hanno creato la clientela politica, con impieghi pubblici su raccomandazione, assistenza e welfare spesso erogate a soggetti che non ne hanno diritto. In tale modo la cultura o sotto-cultura che si è creata al SUD, è quella di lavorare solo per lo Stato, se possibile, o ricevere assistenza tramite ammortizzatori sociali, senza preoccuparsi di rendersi autosufficienti.

IL FEDERALISMO FISCALE E’ UNA QUESTIONE DI GIUSTIZIA SOCIALE … E UNA GRANDE OCCASIONE DI SVILUPPO PER L’INTERO PAESE

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