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Decreto IMU, niente imprese e lavoro: solo manutenzione ordinaria.

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Un’opinione sul decreto IMU varato ieri dall’esecutivo: “Provvedimento di manutenzione ordinaria in un periodo di crisi straordinaria”. Nessuna risposta concreta per “imprese e lavoro”.

Il governo nella discussione per il decreto IMU ha letteralmente sorvolato sulle imprese che chiudono e “le banche che non erogano finanziamenti”.

Ha sorvolato sulla necessità di sognare (con il linguaggio sovversivo della verità, caro a Letta)  la soluzione del problema di tutti i problemi: l’insopportabile pressione fiscale, madre di tutti i mali: EVASIONE FISCALE, DISOCCUPAZIONE, RECESSIONE,  SUPER DEBITO PUBBLICO, DISAVANZO PUBBLICO, TENUTA SOCIALE.

Per fare questo occorrono 30-35 miliardi, una volta sola…

La sterilità delle misure del decreto IMU CIG: – Spendere 2 miliardi di euro solo per sospendere l’IMU e non eliminarla è pura follia mediatica. Spendere 1 miliardo per la CIG solo per allungare l’agonia dei cassa integrati: è un mero sia pur necessario paliativo.

Ma in attesa di che? Chi li assumerà dopo la cassa integrazione?

Possibile che nessun ministro, prima del Consiglio che ha approvato il decreto IMU,  ha dato un’occhiata al contatore della crisi – sul sito del sole 24 ore – che pubblica quante aziende falliscono ogni giorno:

Le imprese fallite dall’inizio dell’anno (dato di ieri) sono 5.757 a cui bisogna aggiungere quelle che chiudono autonomamente.  Ma quanti posti di lavoro si saranno persi ? “50-70-100mila” …. Ebbene quelle imprese che hanno chiuso battenti molto probabilmente non riapriranno più e i 100mila neo-disoccupati, dovranno aspettare che altrettante aziende apriranno una nuova attività di impresa: «è una questione di matematica caro Premier Letta ALTRO CHE DECRETO IMU»

Varie volte ci siamo accodati alle esortazioni del Governatore Mario Draghi che ha chiesto a più riprese agli istituti di credito italiani di aumentare i volumi dei prestiti alle imprese, perchè la liquidità e la circolazione del denaro creano un circolo virtuoso verso la produttività.

Ma parliamo della disoccupazione. Ci sono molti lavoratori che da poco sono diventati neo disoccupati, e molti giovani disoccupati che sono in cerca ancora della prima occupazione: ebbene come si può pensare di creare nuova occupazione senza tamponare l’emorragia finanziaria delle micro-imprese – che chiudono al ritmo di 50-60 al giorno – , con la diminuzione delle aziende attive? Chi li assumerà l’anno prossimo ? Faremo un altro decreto IMU, per risospenderla, e un altro decreto CIG per rifinanziare coloro che stanno a casa ad aspettare un posto di lavoro.

Più volte abbiamo scritto come sia necessario favorire la libera iniziativa imprenditoriale tramite il supporto del Fondo di garanzia del Medio Credito Centrale.

Attualmente promuovere le libere attività in proprio è l’unico modo per togliere dalla strada questi ragazzi, 30enni, laureati, bravi e che vengono derubati della loro dignità. L’unico modo che hanno per avere un lavoro che possa garantirgli un futuro non precario.

Ma di cosa il governo non ha discusso durante l’approvazione del decreto imu,  e su cui ha sorvolato:

– Delle PMI che chiudono e delle Banche che non fanno credito;

– Della necessarietà di favorire le imprese sturt up per creare nuove piccole aziende;

– Della inutilità di abbassare il cuneo fiscale al fine di aumentare l’occupazione e dell’utilità di intervenire su coloro che un lavoro ce l’hanno per favorire i consumi.

– Della necessaria riduzione della pressione fiscale: soprattutto le imposte dirette IRPEF-IRES (ciò che doveva fare Tremonti – con coraggio – nel maggio 2011)  per dare più soldi in busta ai dipendenti, in modo da garantirgli un surplus finanziario che creerà nuovi consumi.

– Della riduzione della spesa pubblica tramite il controllo sugli acquisti di beni e servizi;

– Della necessità  di dismettere il patrimonio pubblico mobiliare ed immobiliare.

Cosa che ha giá detto a suo tempo la Corte dei Conti, compresa la possibilità di fare un condono per far ripartire l’economia.

Contro una crisi straordinaria e drammatica occorrono CORAGGIO E DISCONTINUITA’, non manutenzioni ordinarie come fatto con il decreto imu cig.

Il nodo sta proprio nei consumi … e da questi bisogna ripartire. Per farlo occorrono diversi miliardi (forse 30-35) per ridurre le aliquote IRPEF – IRES, e consentire alle famiglie di poter spendere di più e creare nuova domanda interna.

Le imprese con più domanda di beni e servizi dovranno produrre di più, assumendo nuovo personale.

Per recuperare risorse occorre discontinuità e il coraggio di rischiare. Non ci sono motivi per cui non si debba parlare chiaramente e subito all’Europa. Aspettare peggiorerà le cose.

Per recuperare 30 miliardi di risorse, urgenti per la riduzione delle aliquote IRPEF non si possono fare tante ragionamenti:

– O si impone alla Commissione Europea una ritrattazione del Fiscal Compact, allargando il patto di stabilità;

– Oppure (a mali estremi , estremi rimedi) si mettono in campo condono fiscale, contributivo ed edilizio.

La chiave di volta, per ridare lustro a questo Paese, è unica e sempre la stessa:

la riduzione della pressione fiscale per la quale, come detto, occorrono almeno 30-35 miliardi.

Non sono soldi che si dovranno spendere ogni anno, il gettito ritornerà stabile quando il pagamento delle tasse sarà più sostenibile; ma con l’introduzione del reato penale di evasione fiscale e con la previsione delle manette agli evasori.

Altre possibilità non crediamo ci siano….

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