Questa la sintesi della Sentenza della Corte di Cassazione 25979 del 7 giugno 2018.

Commette reato di autoriciclaggio chi gonfia l’importo delle buste paga dei dipendenti, costringendoli ad accettare stipendi inferiori rispetto alle buste paga ufficiali che presentano netti a pagare maggiori.

Il datore di lavoro, dovrà rispondere di estorsione e autoriciclaggio quando costringe i propri dipendenti ad accettare stipendi effettivi inferiori alle buste paga e a protrarre il lavoro per un orario superiore a quanto previsto in contratto.

Questo quando lo stesso datore di lavoro utilizzi i soldi in nero derivanti dal reato di estorsione per pagare DIPENDENTI NON ASSUNTI REGOLARMENTE MA STRETTI DA RAPPORTO DI FIDUCIA.

 

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