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Lavoro: gli Albi più numerosi ma i giovani sono sempre più in “fuga” dalle professioni

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Uno specchio, uno spaccato della realtà del panorama occupazionale italiano: dopo gli anni d’oro di inizio millennio, oggi i giovani sono sempre più in fuga falle professioni. A certificarlo è il Miur sui risultati degli esami di abilitazione per oltre 20 categorie: i candidati sono calati di oltre 1/3 in un decennio, dai 79 mila del 2006 ai 55mila del 2015, anno in cui i promossi sono stati poco più di 42mila, in caduta del 28%. A questa platea si sommano 9.000 new entry tra avvocati, 1.6 candidati tra notai e poco più di 1.000 nuovi consulenti del lavoro. Si tratta di un lento declino, le ragioni sono da rintracciare nell’allungamento dell’età lavorativa: i cali maggiori sono quelli che nel 2016 hanno interessato gli architetti con un saldo negativo di 4.800 unità. Anche per gli ingegneri si è verificato uno “scollamento”: in crescita il numero di laureati ed in diminuzione chi decide di conseguire l’abilitazione professionale. Si parla di “bassa utilità” per chi decide di non svolgere la professione: in forte diminuzione anche l’appeal dei commercialisti, in dieci anni, il numero dei candidati è sceso del 43,5%, anche gli aspiranti psicologici sono diminuiti del 22% dal 2006. Lo scarso appeal sui giovani è dovuto dal calo dei redditi: in 10 anni, i notai hanno perso il 36% degli introiti pur restando comunque la categoria più ricca.

I risultati sono tutti negativi: il trend è positivo per agrotecnici, biologici, farmacisti, medici ed assistenti sociali: pur nella crisi occupazionale generale, si è allargato il raggio d’azione del terzo settore con un numero crescente di laureati. Per i farmacisti aumentano i candidati e gli iscritti ma lo sbocco lavorativo non è più sicuro. Un recupero di appeal per la libera professione e per l’iscrizione negli Albi professionali potrebbe arrivare con le novità in materia di Jobs Act degli autonomi che introduce una serie di tutele e di semplificazioni anche per le professioni iscritte all’Albo, come le garanzie nei casi di ritardo di pagamenti o la possibilità di siglare contratti di rete. Non solo crisi ma, anche, cambiamenti epocali e tecnologici impattano sulle trasformazioni delle professioni liberali: globalizzazione delle competenze e dei mercati, outsourcing dei servizi, cambiamento dei consumi delle famiglie, rivoluzione tecnologico-industriale.

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