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Giunta decadenza Berlusconi: oggi la decisione.

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Gli avvocati di Berlusconi: “faremo ricorso”.

La Giunta per le immunità e le elezioni del Senato, che oggi decide sulla decadenza “da parlamentare” di Silvio Berlusconi, è attaccata a distanza dai legale dell’ex-premier.

Dario Stefàno prima di iniziare la sua relazione da presidente-relatore, ha rigettato la richiesta di un commissario PDL che chiedeva di sollevare una questione pregiudiziale: «Non c’é ordine dei lavori, né possibilità di porre pregiudiziali in seduta pubblica, non posso darle la parola in seduta pubblica. L’articolo 16 mi dà la discrezionalità di farlo, io non le do la parola».

Stefàno ha dato lettura della sua relazione in cui ha ripercorso in maniera neutrale,  come prevede il regolamento, le varie tappe del caso DECADENZA DI BERLUSCONI, e la fattispecie a cui deve essere applicata la Legge Severino sull’ incandidabilità dei condannati con sentenza passata in giudicato.
La procedura attualmente in corso si riferisce alla contestazione dell’elezione di Berlusconi proclamato, per la regione MOLISE, senatore della Repubblica.

La difesa di Berlusconi si oppone ala terzietà della Giunta come organo di giudizio, in quanto diversi suoi componenti hanno già espresso la propria decisione sul voto per la decadenza,  in anticipo ai lavori della Giunta .

Altri argomenti riguardano l’incostituzionalità ed illegittimità della Legge Severino.

Chiesta anche una sospensione dei lavori in attesa del giudizio della Corte europea dei diritti dell’Uomo sul ricorso presentato a settembre.

Il collegio difensivo ha annunciato alla ormai certa DECADENZA, ricorso per GIUNTA NON IMPARZIALE.

Assenti i difensori di Berlusconi spiegando che «non vi è alcuna possibilità di difesa,  né motivo di  presentarsi di fronte a un organo che ha già anticipato in vari modi la propria decisione».

I legali di Berlusconi Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini hanno poi spiegato di considerare un “obbligatorio” la non presentazione davanti alla Giunta, in quanto organo parziale

Ha spiegato DI PARDO: «Se Berlusconi fosse stato sottoposto alla decisione di un giudice terzo e imparziale non sarebbe più senatore» evidenziando come la sentenza sia inattaccabile: in quanto il Consiglio di Stato ha già dichiarato che  la legge Severino si applica anche nel suo caso.

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