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Il lavoro si crea con la conoscenza di una professione, Letta è fuori strada.

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Non basta dare il cuore per sostenere il problema del lavoro. Il proselitismo delle assunzioni di massa, che ricordano il vecchio metodo interlocutivo della politica con i cittadini e l’elettorato, era insostenibile ieri e tanto di piú oggi.

E’ questa l’anamnesi che Letta deve profondere nel sistema politico.

Nuova occupazione si potrà solo ricreare attraverso la conoscenza di una professione, spendibile in ogni dove, sia nell’iniziativa autonoma che nell’attività di lavoro subordinato.

L’occupazione che oggi manca è quella che era sostenuta dai vecchi regimi di scambio, che non hanno permesso di conoscere una vera professione.

Chi crede come Letta che i problemi legati al lavoro e all’occupazione si possano risolvere attraverso antiche e obsolete prassi stato-cittadini, è completamente fuori strada nel momento in cui non sostiene i mutamenti repentini dell’economia dei nostri Paesi e del nostro Paese in particolare.

Negli anni 80-90 le discutibili pratiche di partito permettevano di accedere ad un rapporto diretto con l’elettorato e proporre” una simbiosi attraverso l’accompagnamento”  al lavoro che venivano elargiti come “premio di proselito”, assolutamente improduttivi e pagati con debito e non con prodotto.

La disoccupazione si poteva sempre sostenere con il lavoro creato attraverso bioniche ed artificiali emissioni, e tanti concittadini hanno accettato attività subordinate allo Stato o a grosse organizzazioni che si nutrivano e ripagavano il sistema attraverso l’effimera sistemazione dei propri sostenitori.

Nessuno ha mai messo in conto che “essere pagati e non produrre”, prima o poi gli sarebbe ritornato contro, «come il grosso boomerang che non ti aspetti».

L’inseguimento del posto di lavoro non propedeutico alla conoscenza ha prodotto una marea di disoccupati, proprio perché non potrà «mai esistere un sistema occupazionale che non produce merito e ricchezza». E il milione di posti di lavoro che oggi mancano all’appello sono proprio quelli creati attraverso questa subdola compliance partito – cittadini.

Coloro che per fortuna sono rimasti fuori da questo sistema vuoto, o per scelta o per incuria del partitismo, ed hanno invece inseguito con sacrificio solo il merito della conoscenza, oggi sono occupati  e con un mestiere o professione, sebbene nelle grinfie di una crisi asfissiante.

Chi crede quindi come Letta di poter risolvere il problema del lavoro attraverso questi sistemi «è completamente fuori da ogni logica e ragionevolezza»; non a caso coloro che oggi sono disoccupati sono gli stessi che hanno perpetrato l’accettazione di una occupazione senza una conoscenza di una professione.

Oltretutto questo debito improduttivo ha creato altri disoccupati nelle sane micro-imprese e industrie del Paese.

Chi conosce una professione non dovrà mai chiedere lavoro ma solo arricchire le sue conoscenze, linfa insostuibile della crescita personale e reddituale.

A cura di Giuseppe Merola
Skype: gmer06

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