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La democrazia diretta referendaria: un sogno utopistico!

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Uno Stato centrale con un solo Presidente, una Camera dei deputati con 200 eletti; Referendum una volta l’anno che raccoglie l’approvazione dei decreti legge. Sei Stati-regione con più o meno egual numero di abitanti, che incassano Irpef-Ires-Irap ed iva (versandone il 10% allo Stato Centrale) e che con il resto dovrebbero auto-sostenersi per la spesa pubblica, in materia di scuola, sanità, promozione e assistenza sociale! E’ solo un sogno utopistico …?  

Per un Paese come il nostro, che a parte, la crisi, da 30 anni soffre del male politico; per la disoccupazione, per la pressione fiscale, per la poca crescita, per l’abnorme evasione fiscale da una parte, e dall’altra per una classe politica che ha pensato sempre prima ai propri interessi e poi a quelli dei cittadini (forse), molto spesso sconfinando nell’illegalità (impunita) con migliaia di scandali, «l’unica strada per uscire da questo tunnel trentennale è la DEMOCRAZIA DIRETTA» per le leggi emanate dallo Stato centrale, e al federalismo partecipativo per le macro-regioni Stato.

Sono i fatti che propongono (in maniera ineluttabile) questa struttura istituzionale «mista e a democrazia diretta». Paesi come la svizzera e la California che funzionano con la democrazia diretta, SONO UN MODELLO DA SEGUIRE, dimostrato dal benessere economico e dalla qualità della vita che esprimono!

Eh sì magari una democrazia diretta mista con uno Stato centrale con un presidente della Repubblica premier, che incassa solo una parte del gettito fiscale, e con un parlamento ad una sola camera con 200 deputati, che legifera su materie di ordinaria amministrazione, ma che deve ricorrere al referendum (una volta l’anno) per l’approvazione di norme istituzionali, fiscali, previdenziali, di sicurezza nazionale.

E a livello locale con 6 macro-regioni Stato che incassano le imposte dirette (Irpef Ires Irap) versate dai residenti (dopo aver detratto la quota a favore dello Stato Centrale) e che con queste devono auto-sostenersi «nei servizi, nella sanità, nella scuola, nella assistenza sociale, nella promozione imprenditoriale del territorio, ecc…».

Macro-regioni che creano le proprie leggi nel rispetto dello Stato Centrale, e che ricorrono anch’esse (due volte l’anno) alla democrazia diretta referendaria, per l’approvazioni di leggi, che riguardano opere e investimenti nel proprio territorio.

Dicono che la democrazia diretta  sia complicata da gestire, sia lenta! Ma se i cittadini sono chiamati 3 volte l’anno ad esprimere il proprio consenso legislativo e si raccolgono insieme tutte le leggi da approvare in 3 referendum annui «i tempi di approvazione si dimezzerebbero rispetto ad oggi»!

Dispiace che la democrazia diretta sia per l’Italia un sogno utopistico! I politici, rappresentanti del popolo non avrebbero alcun potere reale, fregiandosi unicamente della fiducia che il popolo e al popolo devono dimostrare come loro rappresentanti!

Fate questa proposta a un politico di spicco o a un partito ITALIANO, parlategli della DEMOCRAZIA DIRETTA REFERENDARIA, comincerà a sudare con le mani e a tremare come una foglia!

Nessun partito potrebbe avanzare una proposta di democrazia diretta con questo tipo di struttura, ma il popolo se fosse SOVRANO probabilmente sì! La democrazia rappresentativa non è veramente DEMOCRAZIA!

Per me,  queste grandi linee buttate giù come idea, a spanne, DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA sono una necessità IN UN SISTEMA MALATO di corruzione, dove chi ha più peccato sono prima coloro che dovrebbero essere padri di famiglia e poi i figli, i cittadini!

Pino Merola

skype: gmer06

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